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mercoledì 9 novembre 2011

RECENSIONE: LA CONTESSA NERA di Rebecca Johns

Cosa si cela nell'animo oscuro di una donna forte e appassionata.....






La figura di Erzsèbet Bathory, affascinante contessa di un nobile casato Ungherese vissuta tra il XVI e XVII secolo, è avvolta nella leggenda.
Ritenuta uno dei primi serial killer della storia, si dice abbia ucciso e torturato più di 300 fanciulle. Sono stati scritti diversi libri che narrano la sua storia, divulgati anche gli atti del processo che con dovizia di particolari, elencano le sevizie che la nobildonna infliggeva alle malcapitate giovinette.
Il profilo che ci è stato tramandato è quello di una donna spietata e crudele, ossessionata dalla propria bellezza.
Nella " Contessa nera " il ritratto che Rebecca Johns cerca di trasmettere è quello di una donna appassionata, vittima della società, una donna che non accetta supinamente il proprio destino, riesce quindi ad umanizzare questo personaggio.
Scritto sotto forma di epistolario, Erzsèbet  si rivolge al figlio più piccolo ed amato Pàl, durante la prigionia che la vede murata viva in una delle stanze del proprio castello.
La contessa racconta con sentimento, senza remore o pentimenti, tutta la sua vita dall' infanzia fino alla fine dei suoi giorni.
Conosciamo così Erzsèbet Bàthory, bambina vivace e curiosa, alle prese con un' educazione rigida che le sta stretta.
Viene data in sposa a soli 15 anni ad uno dei rampolli di un' altra nobile casata: i Nàdasdy. Il giovane sposo, Ferenc, affascinante e algido, sembra non accorgersi delle molteplici virtù della ragazza,la sempre più evidente bellezza, la grande cultura e intelligenza, ma preferisce ignorarla durante i lunghi anni del loro matrimonio, rivolgendo le proprie attenzioni a serve ingrate e ignoranti.
Sarà un insolito episodio a legarli, scoprendo così di avere un' abberrante interesse comune.
La storia si dipana in un susseguirsi di avvenimenti, che per il bene del lettore non rivelerò, perchè non credo sia giusto svelare ogni singolo accadimento, con quale spirito si potrebbe affrontare la lettura sapendo già quello che può succedere?
Questo romanzo mi ha affascinato, l'autrice è in grado di condurre sapientemente il lettore in un epoca pericolosa, governata da brutalità e potere, dove il ruolo della donna è molto limitato, e dove i sotterfugi sono all' ordine del giorno.
Lo stile è scorrevole e descrittivo, al punto che sembra quasi di essere in uno dei meravigliosi saloni del castello, volteggiando in un abito prezioso.
I personaggi sono ben delineati, soprattutto la protagonista, per la quale non si può fare a meno di essere empatici, ci ritroviamo a soffrire con lei, ad essere amareggiate, tradite, deluse ed arrabbiate.
Certo, non è cosa da tutti reagire al dolore punendo giovani e sconsiderate ragazze, ma Rebecca Johns fornisce al lettore diverse attenuanti, di modo che il comportamento di Erzsèbet possa quasi essere giustificato.
Alle persone che credono di trovare in questo romanzo scene splatter alla " Kill Bill " posso dire in tutta tranquillità che ne rimarranno grandemente deluse, le parti dove vengono descritte le punizioni sono piuttosto soft, quindi cari amanti del mito della " contessa vampiro sanguinaria " rivolgete il vostro interesse altrove!
In definitiva è un libro che consiglio, una lettura appagante che fa riflettere, perchè a volte il male è l'unico modo di difendersi... 

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